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Treia – Palazzo Comunale

È il risultato della fusione di due antichi palazzi. Ecco perché i primi cinque pilastri che sorreggono gli archi del portico sono alquanto sottili e di forma rettangolare, mentre gli altri sono cruciformi e molto più grandi. Sulla facciata un bassorilievo del Varlè con la Madonna di Loreto (co-patrona con San Patrizio). Nell’atrio e lungo lo scalone epigrafi e stemmi papali e cardinalizi. Al primo piano si trovano il Salone del Consiglio, affrescato in stile liberty, e la Pinacoteca. Nella Sala degli Stemmi spicca quello di Carlo Didimi, la cui fama di atleta e di uomo, immortalata dalla canzone leopardiana a lui dedicata, dà, ancora oggi, lustro alla città. Nel rosone di centro lo stemma di Treia: i tre colli su cui sorse Montecchio da cui spuntano due fiori. “gigli o rosolacci” come scrive Dolores Prato nel romanzo Giù la piazza non c’è nessuno (Mondadori).

 

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