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Treia – Il teatro comunale

Treia reca numerose tracce delle nuove istanze razionalistiche introdotte dall’architettura neoclassica che si integrano con il caratteristico impianto urbanistico medievale. Gli architetti Vici e Valadier vi hanno progettato alcuni edifici (come la Cattedrale, l’Accademia Georgica, Villa Spada) destinati a lasciare un segno profondo nell’architettura neoclassica marchigiana. Non stupisce quindi di trovare a Treia un teatro, per dignità e funzionalità del suo impianto, degno di una grande città. Fino al 1792 viene adibita a teatro una sala del palazzo comunale. Nel 1801 i notabili della città si costituirono in una società di condomini per dare vita ad un nuovo edificio ed incaricarono della progettazione Carlo Rusca che si avvalse della collaborazione del ben più esperto e famoso Giuseppe Locatelli che, nelle Marche, ha firmato i teatri di Fermo, Porto San Giorgio e Tolentino.

Inaugurato nel 1821, nella seconda metà dell’Ottocento l’edificio ha subito vari ammodernamenti tra cui la decorazione ad opera del treiese Tobia Laudesi che, per il plafone, ottiene l’approvazione di Ireneo Aleandri. Nel 1863 Silverio Copparoni, allievo del Podesti, dipinge il sipario storico con il più epico soggetto tratto dalla storia di Treia: la cattura di Corrado D’Antiochia nella battaglia di Porta Vallesacco. Oggi, restaurato nel rigoroso rispetto delle linee e arredi originali, il teatro è comunale, propone una rassegna di prosa di livello nazionale.

 

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