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La Pinacoteca comunale

Come la maggior parte delle raccolte pubbliche marchigiane, quella treiese, è costituita principalmente da pregevoli dipinti di soggetto sacro provenienti da varie istituzioni religiose cittadine passati in proprietà pubblica in seguito alle soppressioni post-unitarie. Come per gran parte del territorio, innumerevoli sono le opere prestigiose che ancora occupano il loro posto sugli altari delle chiese treiesi, ma costituisce una rarità la grande tela del secentista cremonese Agostino Bonisoli che elabora una teatrale composizione di ampio respiro ed ha per soggetto il martirio di cinque francescani in Marocco.

I ritratti che riproducono i volti dei più insigni rappresentanti della vita culturale, letteraria e politica appartengono invece alle raccolte dell’Accademia Georgica che, come tutti i più importanti sodalizi culturali, possedeva una serie di ritratti dei propri membri e di quanti l’avevano beneficiata nel corso dei secoli. Tra questi, i più pregevoli per qualità sono quello del Cardinale Grimaldi, generoso benefattore della comunità locale e le varie versioni del ritratto di Pio VI il pontefice che concesse a Treia l’ambito titolo di città.

Ospitata nelle sale del Palazzo Comunale, la Pinacoteca annovera anche una straordinaria Sala Consiliare affrescata in stile liberty e la Sala degli Stemmi in cui a quello cittadino fanno da corona quelli delle trenta famiglie patrizie di Treia: su tutti lo stemma Didimi su cui campeggia quel NFAL (non fidere aliena laude) che tenne sempre ben presente quel Carlo, leggendario giocatore di bracciale celebrato da Leopardi nella canzone civile A un vincitore nel pallone.

 

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