Caricamento

Attendere...stiamo caricando la pagina richiesta

Castello di Isola (Castrum Insulae) XI sec.

Notizie storiche

Fino al 1305, il castello di Isola fece parte del feudo dei Rovellone, feudatari di gran parte del territorio nord-orientale del comune di Fabriano. Alla morte di Gentile di Rovellone (1303) il feudo iniziò a disgregarsi per via delle lotte di successione tra i suoi eredi. Il castello di Isola fu lasciato ai figli avuti con la moglie Margherita, e successivamente venduto dagli stessi il 4 settembre 1305 al comune di San Severino al prezzo di ottomila lire a monete di Ravenna et Ancona. Il toponimo sottolinea la valenza naturalmente strategica del sito: luogo isolato, circondato da zone acquitrinose, atto quindi ad essere facilmente difeso, divenne uno dei castelli dello scacchiere fortificato di Sanseverino a confine con Cingoli e Apiro.

Descrizione architettonica

Il mastio, cioè la torre di comando era il massimo avvistamento di tutto il complesso che comprendeva il borgo castellato con cinta muraria e porta.

Le misure della torre vengono riportate da un testo ottocentesco: altezza 25 m, larghezza 9,50 m per lato. Una torre quadrata quindi la cui altezza originaria sarebbe comunque dovuta essere ben maggiore se costruita a cavallo tra il XIII e XIV sec. L’ingresso era posto verso sud all’interno del castello, a notevole dislivello, al fine di impedirne l’accesso da parte di eventuali assalitori. I torrieri dovevano far ricorso a scale esterne in legno o addirittura in corda. La torre aveva la suo interno almeno cinque piani di cui il primo disposto sopra una volta in mattoni, lo dimostrano le buche pontaie dove venivano alloggiate le travi del solaio. Nella volumetria sottostante (priva di luce) venivano conservate derrate o rinchiusi prigionieri, al piano terra si operava la difesa della torre attraverso le feritoie e sulla volta poggiava il piano di calpestio del vano d’ingresso. La muratura, dai sondaggi fatti nel progetto di restauro per la riparazione dei danni subiti dal sisma del 1997, risulta essere di pietrame sbozzato, profonda da un massimo di due metri (al basamento) ad un minimo di 1,60 m (in sommità), l’interno in pietrame e ciottoli, anche di grosse dimensioni cementato con malta di calce povera di legante. Il paramento esterno è in conci di pietra arenaria, sbozzati grossolanamente, disposti a corsi paralleli di diversa altezza, nel quale le sottili connessure si alternano in ortostati a diatoni per meglio ammorsare la muratura al materiale sciolto interno. Alla posterula d’ingresso, interna al castello ne corrispondeva una al lato opposto, verso nord, fuori dalla cinta. Il piccolo complesso disponeva di una porta fortificata rivolta ad occidente e di abitazioni con aperture ad arco a tutto sesto. Il perimetro murario, in parte distrutto e in parte accorpato nelle strutture dei moderni corpi di fabbrica che esternamente si addossano alle mura, non esprime più l’antica fisionomia castellana. Della torre alta circa 25 metri coronata da aggetto merlato, è rimasto un rudere di 15 metri. Il disfacimento della malta di connessione, per dilavamento e solfatazione, provocò la perdita del coronamento merlato e il rapido disgregarsi della struttura, utilizzata peraltro come cava di materiale da costruzione.

Chiesa di S.Giorgio all’Isola (XVI-XVII sec.)

Edificata all’interno del castello ad uso dei suoi abitanti, conserva il Santissimo Sacramento. Pregevole la pala a cinque compartimenti della Deposizione e Santi del 1641, ubicata sull’altare maggiore ad opera di Sebastiano Ghezzi da Comunanza, discepolo del Guercino; vi sono raffigurati al centro il Cristo, a sinistra S.Severino, S.Lorenzo e S.Giorgio a cavallo nell’atto di uccidere il drago, a destra S.Antonio Abate e S.Francesco d’Assisi.

Bibliografia

M.Mauro, Castelli, rocche, torri, cinte fortificate delle Marche, voll. III, tomo I, Ancona 1996, pp.56-57.

 

Share and Enjoy !

0Shares
0 0
immagine 0
immagine 1
immagine 2