Carrozza
Soggetto
Calèche da parata o da passeggio
Descrizione
La carrozza, esposta in una delle sale del piano terra, oltre ad essere tra i pezzi più significativi della pregevole collezione settecentesca, rappresenta, sia per la tipologia sia per le soluzioni decorative, uno degli esemplari superstiti più interessanti di carrozze di epoca rococò. Riconducibile alla seconda metà del XVIII secolo, la vettura è un particolare modello di calèche (elegante carrozza leggera, da passeggio o da parata, a quattro ruote) fatta realizzare per essere esibita, come si percepisce dalla cura dei dettagli, in occasioni speciali e mondane durante la bella stagione. L’esemplare è composto da due parti principali, il grande telaio e la cassa o cocchio per i passeggeri. La forma massiccia e allungata del primo, caratterizzato tra l’altro da un possente sterzo tutto intagliato e da due predellini fissi a base circolare, si contrappone alle linee più affusolate ed eleganti del cocchio. La cassa, parzialmente coperta da una capote a soffio rigida in corame e internamente rivestita con un damasco in seta rossa (ancora visibile nel fondo), è a due sedili d’onore contrapposti ed ha la peculiarità di essere sospesa sul carrabile tramite due robusti cinghioni in cuoio.
Questi ultimi, che fungono anche da ammortizzatori, sono ancorati al telaio da sostegni in ferro e fermati posteriormente da due verricelli regolabili per modificare la quota dell’abitacolo. Completano la cassa, inoltre, un piccolo vano o cassetta porta-oggetti, a due sportelli con serratura, ricavato alla base. La carrozza prevede la presenza di personale di servizio. Il cocchiere era collocato sull’alto sedile di guida anteriore detto serpa, un tempo coperto da una gualdrappa, corredato da un lungo cuscino in cuoio e da una pedana inclinata per l’appoggio. Uno o due valletti, inoltre, trovavano sistemazione sul palchetto posteriore, al quale si ascende attraverso un grande predellino in ferro fissato all’assale posteriore. La struttura in noce massiccio del carro e quella della cassa sono caratterizzate da una raffinata decorazione ad intaglio di tralci vegetali e volute fogliacee, motivi fitomorfi riproposti in tecnica pittorica e policroma (con l’aggiunta di piccoli cammei) anche nei pannelli laterali e nel fondo posteriore dell’abitacolo, tinteggiati in verde scuro. Come rilevato durante il restauro, l’attuale laccatura di color grigio è conseguente alla ridipintura eseguita nel corso dell’Ottocento a copertura dell’originale film pittorico in verde smeraldo che conferiva alla carrozza, unitamente alla chiodatura delle rifiniture in cuoio con borchie in metallo dorato, un maggiore e brillante contrasto cromatico
CRONOLOGIA
Cronologia generica sec. XVIII
Cronologia specifica seconda metà sec. XVIII
Motivazione cronologia analisi stilistica, bibliografia
DEFINIZIONE CULTURALE
Autore
Dati anagrafici
Ambito culturale Manifattura marchigiana
DATI TECNICI
Materia e tecnica legno di noce intagliato e dipinto, damasco in seta, cuoio, metallo
Misure cm 218 x 500
Stato di conservazione e specifiche buono (restauri: 2009)
CONDIZIONE GIURIDICA
Indicazione generica ente ecclesiastico
Indicazione specifica Capitolo e Parrocchia della Cattedrale di S. Maria Assunta
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
Documenti d’archivio
Mostre
Bibliografia
S. Bigiaretti, Catalogo generale del Museo Piersanti, edizione a cura di A. Antonelli, Matelica 1997, p. 92.
OSSERVAZIONI
Non ci sono notizie storiche sulla vettura Piersanti e nemmeno nell’inventario del palazzo del 1763, il che fa ipotizzare che sia stata realizzata successivamente a questa data. Sennen Bigiaretti vi leggeva nei fondi della cassa le iniziali V e C intrecciate, inducendolo ad ipotizzarne l’appartenenza a Venanza Capeci
COMPILAZIONE
Data compilazione 2013
Compilatore Biocco E.