Anello di Montelago
Sentiero ad anello
Distanza totale: 10,9 km
Dislivello complessivo: 380 mt (520 mt se si sale fino a Monte Igno)
Quota partenza: 1017 m.s.l.m.
Coordinate: N 43.148333, E 12.962167
Tempi di percorrenza: 2-5 ore
Difficoltà: (T/E)
Interesse prelevante: ambientale/paesaggistico
Partenza/Arrivo: Passo Salegri (Sefro)
Avvertenze: Questo itinerario consente di salire in quota e guardare dall’alto questa natura; esplorare parte del bacino di Montelago; vedere la trincea di Monte Castellaro e i «megaliti» di Fonte Forno; osservare l’area della torbiera vicino Fonte Vino; attraversare il «taglio dei Varano»; girare intorno al «padulo». Lasciatevi affascinare!
Accesso: da Sefro si arriva in auto al Passo Salegri (quota: 1017 m.s.l.m.) attraverso la S.P.n. 79 di Montelago, che collega Sefro con Serravalle di Chienti. Superato il Passo Cornuggia (q: 934 m.s.l.m.) si prosegue verso la Chiesetta Madonna del Lago e, all’incrocio con la strada che scende per Camerino, si volta a dx verso Serravalle di Chienti. In pochi minuti si arriva al passo dove è possibile lasciare l’auto. Concludiamo il nostro cammino con la perla più preziosa: l’altopiano di Montelago.
L’abbiamo volutamente lasciato per ultimo perché rimangano intatte, negli occhi e nel cuore del visitatore escursionista, le indimenticabili immagini della sua rara bellezza. Montelago è protetto da dolci cime montuose; da un lato da una fuga di creste da Monte Igno fino a Monte Primo, che lo separa dall’antica città ducale di Camerino, e dall’altro dalla linea che collega Monte Pennino ed il Monte Vermenone, che lo separano dal versante di Fiuminata, Pioraco e Nocera Umbra. I due piani, a quota poco meno di 1000 m.s.l.m., sono il risultato del prosciugamento di un antico lago voluto nel XV secolo dai Da Varano. Questo singolare altopiano, parzialmente allagato durante l’inverno e la primavera, è un ottimo punto di partenza per escursioni naturalistiche per le sue ricchezze botaniche e per la presenza di un piccolo lembo di torbiera, unica in tutto l’Appennino marchigiano, senza dimenticare che su questi prati cacciano l’aquila reale, la poiana ed altri rapaci. Il percorso proposto toccherà una parte dell’area definita “geopark”, riconosciuta per i suoi elementi geomorfologici e archeologici che testimoniano le frequentazioni di quest’area già all’Età del Bronzo, del Ferro, in epoca Romana e Medievale, lasciando tracce significative nel paesaggio. Si inizia il percorso seguendo il sentiero n. 251c, che passa lungo La Costa della Tana, fino ad incrociare una carrareccia che sale dalla Fonte Salegri. Si continua per il sentiero n.261 rimanendo ad una quota quasi costante. Lungo il cammino l’altopiano di Montelago ci accompagna alla nostra sx, facendosi continuamente ammirare per la sua spettacolarità. Si attraversa una zona boschiva fitta fino a giungere alla sella vicino a Fonte Forno (quota: 1045 m.s.l.m.). L’area nelle vicinanze della fonte è compresa in un progetto di studio, e tutela ambientale-archeologica, per le trasformazioni geologiche rilevate, che testimoniano i numerosi fenomeni carsici ma anche gli antichi segni lasciati dall’uomo. Per chi volesse arrivare in vetta a Monte Igno (q: 1435 m.s.l.m.) è possibile prendere un sentiero che sale sulla destra; una salita ripida fino alla cima dove si potrà ammirare un bellissimo panorama. Man mano che ci sia alza di quota, a dx appare il territorio di Camerino e davanti la fila di creste che arrivano fino al Monte Primo. Dopo Fonte Forno, superato l’incrocio con una carrareccia che sale da Fonte della Cerasa, si continua per il sentiero n.251, lungo tutta la cresta della Costa di Campalto, con leggeri sali e scendi che non superano la quota di 1253 m.s.l.m. Si scende seguendo i segni di un camminamento fino alla carrareccia che collega Montelago alla città di Camerino. Facendo correre l’occhio verso Nord si notano, dapprima, il Monte Primo, poi il Monte Mistrano e Monte Torroncello. A questo punto si volta a sx e si attraversa tutto il Pian della Camera, in un percorso non segnalato ma ben evidente. Sulla dx si intravedono una pineta, in gran parte frutto dei rimboschimenti finanziati con il «Piano Marshall» nell’immediato dopoguerra, ed il Colle di Boiugno, il corrugamento calcareo che separa il «Piano di sotto» di Montelago dal «Piano di sopra”, dove nella seconda metà del Quattrocento fu realizzato un taglio allo scopo di bonificare il «Piano di sopra». Poiché a finanziare l’impresa furono i da Varano, signori di Camerino, la fenditura artificiale viene detta «Taglio dei Varano». In dialetto però viene chiamata, più semplicemente «Caa», cioè «Cava». A sud del “Taglio dei Varano”, c’è la moderna Chiesetta della Madonna di Montelago, definita (n.d.r.: dal prof. Mario Santini) “a foggia di vela che si dispiega al vento”. Essa è andata a sostituire la vecchia cappellina dedicata a Sant’Eurosia, di cui, nei paraggi, si notano le tracce. Tutto il piano è costellato di fonti, e l’acqua è l’elemento principale di questi luoghi. Durante il cammino si potranno notare, sulla dx la Fonte Caa, e lungo il piano Fonte Vino e Fonte Smoia. Deviando il percorso verso la sx si potranno incontrare Fonte Coggia e Fonte della Cerasa. Dalla Fonte Smoia (q: 926 m.s.l.m.) il percorso riprende in leggera salita, fino a tornare al Passo Salegri dove è iniziato il cammino.
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