Affresco Madonna di Loreto
Descrizione
L’affresco è l’attestazione più antica presente a Matelica legata al culto della Madonna di Loreto, in cui il soggetto risponde all’iconografia più arcaica diffusa nel XV secolo e probabilmente ispirata dall’uso di venerare nel sacello lauretano la statua della Vergine con Bambino entro un’edicola sostenuta da colonne. L’immagine, infatti, rappresenta al centro e all’interno di un baldacchino, posto sullo sfondo di un parapetto decorato da archetti pensili, la Madonna stante col Bambino in braccio, che cinge affettuosamente la madre e tiene in mano una piccola rondine; il tempietto di forma esagonale, composto da archi a tutto sesto impostati su esili colonne con capitelli fogliacei rosa e decorato nei pennacchi da trafori vegetali, è sorretto da quattro angeli, a richiamare il prodigioso trasporto angelico della Santa Casa di Nazareth fino a Loreto. La pittura è storicamente attribuita alla produzione giovanile di uno dei protagonisti della pittura rinascimentale marchigiana e datata intorno al 1470, quando gli evidenti rimandi alla tradizione tardogotica di matrice salimbeniana (l’ornamento del baldacchino, le tenerezze cromatiche dei rosa e verdi) vengono stemprati dal pittore in un linguaggio nuovo, volto con attenzione alla costruzione spaziale e alla restituzione dei volumi.
Inconfondibile la sua tipica formula espressiva dolce, sentimentale e pausata, restituita dai volti e dalle movenze delle figure. Alquanto complessa è la sua vicenda conservativa, utile per ipotizzarne provenienza e cronologia. L’affresco votivo giunge dagli ambienti dell’antico Ospedale San Sollecito costruito nel XVIII secolo, nei pressi della Porta Campamante. Ma quando nel 1890 dovette essere spostato dal piano terra, i tecnici appurarono che la pittura poggiava su un altro muro già tagliato e reinserito nella parete, aspetto che sollevò e solleva diverse ipotesi circa l’originaria collocazione: dall’originaria fondazione duecentesca dell’Ordine dei Crociferi con chiesa dedicata a San Sollecito, avente ospedale annesso; dalla vicina chiesa extra urbana di San Domenico; da una cappella nella soprastante località detta Rondinella, contigua a Case San Domenico, in richiamo alla rondine tenuta dal Bambin Gesù; ed infine, la più attendibile, dalla documentata cappella completata e fatta dipingere nel 1471 dagli abitanti del quartiere di Campamante appena fuori le mura della città, località denominata San Domenico. A sostegno di quest’ultima ipotesi, interviene proprio il dettaglio iconografico della rondine che di nuovo venne raffigurata nel 1492 circa da Carlo Crivelli nella nota pala oggi alla National Gallery di Londra, opera dipinta per la chiesa di San Francesco che sorge proprio nel quartiere di Campamante
CRONOLOGIA
Cronologia generica sec. XV
Cronologia specifica 1470 ca
Motivazione cronologia analisi stilistica, documentazione, bibliografia
DEFINIZIONE CULTURALE
Autore Lorenzo d’Alessandro
Dati anagrafici San Severino Marche, ante 1449 -1501
Ambito culturale
DATI TECNICI
Materia e tecnica affresco
Misure cm 154 x 163
Stato di conservazione e specifiche discreto (restauri: 1973)
CONDIZIONE GIURIDICA
Indicazione generica Ente pubblico locale
Indicazione specifica ASUR Marche
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
Documentazione fotografica
Documenti d’archivio Archivio Storico Comunale di Matelica, Tasse proventi e spese, vol. 32, c. 39v, 133v
Mostre Lorenzo e Jacopo Salimbeni, San Severino Marche 1999; I pittori del Rinascimento a Sanseverino, San Severino Marche 2001
Bibliografia
A. Antonelli, in I pittori del Rinascimento a Sanseverino, catalogo della mostra, Milano 2001, p. 116 con bibliografia precedente
OSSERVAZIONI
L’affresco strappato è attualmente visibile nella cappella dell’Ospedale Civico “E. Mattei”, posto fuori del centro storico in contrada Sainale, dopo essere stato trasferito negli anni Settanta del secolo scorso dall’ex Ospedale San Sollecito
COMPILAZIONE
Data compilazione 2013
Compilatore Biocco E.