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Abazia di S. Maria de Rotis

Descrizione

I resti dell’abbazia sorgono sul versante interno della dorsale marchigiana, tra i monti Mondubbio e Canfaito a nord e i monti Lavacelli e Argentaro a sud, in un punto in cui le gole mettono in comunicazione diretta le valli del Potenza e del Musone con quella dell’Esino. Nonostante il pessimo stato di conservazione, dai resti emerge chiara la tipologia del complesso, che rispecchia le concezioni spirituali ispirate alla regola benedettina: sul lato nord la chiesa e a sud gli ambienti monastici, tutti intorno all’ampio chiostro interno. L’accesso attuale fa parte di un ampliamento effettuato tra il XIII e il XIV secolo ed era rappresentato da un unico ingresso attraverso un grande arco formato da conci di pietra, disposti a sesto acuto, che immette negli spazi interni attraverso un successivo arco ad ogiva. L’arco più esterno è stato di recente asportato e rubato da ignoti. Il corpo di fabbrica nord-ovest e la chiesa costituiscono la parte più antica del nucleo originale del complesso monastico.

La chiesa ad unica navata con la parte absidale rivolta ad est dove si conserva una monofora a doppio strombo con arco a tutto sesto. Il portico, realizzato sul lato nord della chiesa, è un’aggiunta successiva, di epoca imprecisabile, che si imposta sulla pavimentazione a lastroni di pietra preesistente, probabilmente coeva alla chiesa, la stessa che prosegue (parzialmente visibile perchè coperta dal manto erboso) anche nell’area adiacente al portico. Sul lato ovest è presente un grande edificio isolato, riportato nella planimetria catastale del 1814 insieme ad ampi orti, che erano presenti anche ad est della chiesa. La costruzione è difficilmente databile.

Elementi strutturali 

Spazi aperti cortile centrale, ex chiostro

Tecnica costruttiva conci regolari di pietra calcarea locale

Rivestimenti 

Iscrizioni

Stemmi

DEFINIZIONE CULTURALE

Autore/Progettista

Ambito culturale romanico benedettino

Committenza monaci benedettini

Uso storico abbazia

CRONOLOGIA

Cronologia generica secoli IX-XIV

Cronologia specifica IX-X (chiesa, corpo di fabbrica NO) / secoli XIII-XIV (edificio ovest, corpo di fabbrica sud)

Motivazione cronologia documenti di archivio, bibliografia

Preesistenze

INTERVENTI SUCCESSIVI

Tipo di intervento nessuno

Data intervento

DATI TECNICI

Misure

Orientamento OE (chiesa)

Stato di conservazione pessimo

Restauri no, anche se sembra essere stata in parte consolidata la zona absidale della chiesa

CONDIZIONE GIURIDICA

Indicazione generica Ente pubblico

Indicazione specifica Regione Marche

Provvedimenti di tutela SBAP Marche

Mutamenti titolarità-possesso-detenzione Comune di Matelica→Regione Marche

Strumenti urbanistici PPAR

Uso storico abbazia

Uso attuale rudere, ricovero provvisorio per animali

FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO

Documentazione fotografica 

Documenti di archivio

Bibliografia 15) pp. 389-392, con riferimenti a documenti d’archivio e bibliografia precedente.

OSSERVAZIONI

Il monastero di S. Maria de Rotis sorge ad est del Monte S. Vicino e fa parte di un gruppo di quattro monasteri sorti nei territori limitrofi: S. Salvatore di Val di Castro, la S.S. Trinità e Santa Maria di Valfucina. Il primo documento in cui compare il nome del monastero risale al 1195. Erano sotto la sua giurisdizione i monasteri di S. Claudio di Acquaviva, di S. Giovanni de Fora e S. Giacomo, oltre che la chiesa di Santa Maria de Platea (odierna S. Maria di Matelica).

COMPILAZIONE

Data compilazione 2013

Compilatore Biocco E.

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